INTRODUZIONE

Se l’individuazione della particolare realtà della Grecìa salentina, come isola etnica e culturale a sé stante, unita insieme dall’importante fattore linguistico, ben differenziata dal resto della provincia di Terra d’Otranto, è ancora presente nella coscienza collettiva della sua popolazione, nel tentativo di un approfondimento dei diversi aspetti connessi alla sua peculiare specificità, però non facile è cercare di avviare una qualche indagine per la ricostruzione dei caratteri originari e dei momenti più intesi della sua vita sociale e comunitaria.

La ricerca per l’acquisizione di nuove conoscenze e considerazioni sulle specifiche vicende della società in studio infatti, risulta spesso vana di fronte all’accertata dispersione e distruzione di quasi tutte le sue fonti documentarie più antiche.

Per Melpignano dobbiamo rilevare tuttavia la fortunata condizione di poter disporre di una interessantissima documentazione superstite che, seppur esigua, ci permette di condurre diverse approfondite analisi sulla sua società nelle diverse epoche storiche. Nel presente lavoro si è cercato in generale di tracciare innanzitutto l’evoluzione attraverso il tempo delle istituzioni religiose e di quelle comunali, consapevoli che proprio intorno a queste due istituzioni nell’ambito locale si è regolata e sviluppata, come continua ancora a regolarsi e svilupparsi, la vita e le aspettative di ogni comunità cittadina.

Nel saggio Istituzioni e società nella Grecìa salentina. Evoluzione e trasformazione di una minoranza etnica, vengono ricostruiti, in base all’esigua documentazione superstite esistente, i caratteri originari ed i momenti più intensi di vita familiare e sociale nel suo complesso, con tutto il loro mondo di certezze, di sensazioni, di religiosità e di educazione che ha permesso di conservare e perpetuare nel tempo le tradizionali usanze, costumi e consuetudini, assicurando, sfidando anche notevoli resistenze e limitazioni, un originale modo di essere e di esistere attraverso i secoli. Nello stesso si offre una dettagliata analisi dell’evoluzione istituzionale e dei relativi rapporti di trasformazione sociale subiti nel tempo, obiettivi questi perseguiti dalle gerarchie ecclesiastiche romane e diocesane preoccupate di imporre con ogni mezzo i dettami del Concilio di Trento.

L’indagine sul Rito bizantino in Melpignano porta ad una ricostruzione delle strutture ecclesiastiche originarie ed alla loro evoluzione nella realtà sociale in studio, precisando una volta per tutte il fenomeno dell’effettiva portata del rito bizantino, la relativa pratica da parte della popolazione e dei ministri che praticavano tale rito. L’evoluzione attraverso il tempo delle istituzioni ecclesiastiche presenti nel tessuto sociale di Melpignano viene tracciata nei contributi: Altari, patrimonio e clero e La chiesa matrice e il convento in epoca moderna e contemporanea.

L’esistenza di una pregevole documentazione riguardante l’antico regime ha permesso di approfondire particolari momenti vissuti dalla comunità melpignanese in tale epoca. In quest’ambito, acquista particolare rilevanza la condizione di Vassalli angari e perangari sofferta dalla popolazione fino alla fine del Quattrocento. Tale studio getta una luce nuova su questo particolare istituto feudale, evidenziando sia i soprusi operati dai baroni, possessori del feudo di Melpignano concesso in demanium dal Sovrano del regno di Napoli, nel pretendere sempre più gravosi servigi personali, sia i diversi tentativi operati dai cittadini melpignanesi per liberarsi dallo stato di servitù in cui sono costretti cercando di affermare, in un anelito di libertà, la propria dignità di uomini. Le vicende del Feudo, le successioni ed i diritti feudali, completano infine il quadro dell’evoluzione istituzionale vissuta dal feudo di Melpignano nell’antico regime fino alla soppressione della feudalità nel 1806. Infine, alle suddette evoluzioni istituzionali, danno vivacità e spessore, sempre nel suddetto periodo, i diversi Aspetti di vita sociale tra Seicento e Settecento, cui si aggiunge una particolare analisi del Territorio comunale tra capacità produttiva e problemi sociali.

L’evoluzione delle istituzioni comunali, tracciata nel saggio Dall’Università al Comune, anticipa infine i lavori che hanno portato all’importante recupero dell’Archivio storico del comune di Melpignano e la realizzazione del relativo Inventario.

La documentazione dell’Archivio storico comunale grazie alla sua fortunata conservazione, riesce a far emergere i tanti molteplici aspetti socio-economico-politico-religiosi che hanno caratterizzato l’evoluzione sociale di Melpignano in epoca contemporanea. In un periodo cioè cruciale, caratterizzato da profondi e repentini cambiamenti sia sociali che istituzionali che vedono la fine dell’antico regime grazie all’abolizione della feudalità con legge 2 agosto 1806, la generale riorganizzazione delle istituzioni del Regno operato dal nuovo governo rivoluzionario napoleonico ispirate al modello francese, la caduta del governo murattiano ed il ritorno del governo borbonico, la fine di questo ed il raggiungimento dell’Unità nazionale. Ancora, nell’ambito di quest’ultimo periodo fino al 1945, limite cronologico estremo del suddetto intervento d’inventariazione, la suddetta documentazione testimonia i non indifferenti adeguamenti istituzionali adottati nel periodo post-unitario, fino all’avvento del fascismo, il crollo di questo nel ’43, e la nascita della repubblica voluta con il referendum del 2 giugno ’46 sulla forma istituzionale dello Stato.

Tenuta presente la distinzione dei momenti storici dall’antico regime ai nostri tempi, che hanno segnato l’evoluzione istituzionale dell’Università, poi Comune, di Melpignano, il materiale documentario contribuisce a mettere in luce il rapporto tra diversi enti territoriali, rappresentati da Stato, Provincia e Comune, frutto delle scelte sempre vive ed ampiamente dibattute di accentramento amministrativo e decentramento burocratico, e delle relative attribuzioni all’ente comunale. Queste si concretizzano, nell’ambito della propria giurisdizione, nel complesso delle varie funzioni di organizzazione e di controllo di tutti i cittadini sottoposti sia alla soddisfazione delle varie esigenze di diversa natura che gli organi statali impongono, come d’altra parte alla soddisfazione dei diversi bisogni assicurati alla cittadinanza nonché di coordinamento per lo sviluppo economico del paese. Il recupero dell’Archivio storico comunale permette infine di ricostruire sia l’evoluzione del tessuto sociale della popolazione attraverso il tempo, sia le vicende legate a gruppi particolari di potere e di pressione, che attraverso i loro comportamenti, le loro decisioni e condizionamenti hanno determinato lo sviluppo e l’evoluzione degli aspetti sociali del paese nelle loro diverse componenti socio-economico-politico-religiose.

Aggregato ancora all’Archivio storico comunale infine è l’Archivio dell’ufficio di Conciliazione, che nell’ambito delle proprie competenze e funzioni esercitate, contribuisce alla ricostruzione della storia sociale del Comune.

Nel presente lavoro si è cercato di ricostruire i diversi processi ed evoluzioni istituzionali riguardanti un paese della Grecìa salentina non soltanto per semplici esigenze connesse alla realizzazione dello stesso, ma per il concetto ormai accreditato secondo cui la documentazione conservata nello stesso Archivio storico comunale rappresenti a livello locale, insieme a quella conservata nell’Archivio della locale Parrocchia, la sede della <<memoria storica>> propria di ogni singola comunità. Di fronte ad un mondo in cui se la velocità delle comunicazioni offre ai suoi giovani abitatori l’opportunità di vivere in una sorta di <<villaggio globale>>, dall’altra impone agli stessi di vivere senza <<memoria>> e senza cognizione della propria storia in una sorta di <<omologazione>> universale, che significa in buona maniera un disorientamento paralizzante derivato dalla non conoscenza dei propri peculiari problemi e dalla relativa difficoltà di realizzare valide soluzioni.

Non sappiamo se lo sforzo operato in quest’opera può contribuire a riconsiderare l’opportunità di riappropriarsi della propria identità culturale, ma offriamo la possibilità di recuperare valori indispensabili al progresso della società. Il messaggio che può offrire l’analisi della documentazione di Melpignano in un mondo che sembra aver smarrito ogni senso della generosità, della solidarietà e della tolleranza, a causa delle trasformazioni avvenute nella cultura, nel costume e nel cuore della gente, è proprio quello del recupero di tali valori.

L’insegnamento di grande comprensione per i poveri e per i deboli, come l’esaltazione delle capacità individuali di ogni uomo, sia cittadino che forestiero, trova fondamento e radici nel modo più autentico di essere proprio dell'antica Grecìa salentina, da sempre insieme a tutta la penisola salentina <<terra di frontiera>> nel bacino del Mediterraneo, crogiuolo di genti, della cui presenza, intelligenza ed attività si è sempre avvalsa ed arricchita. Aspetti fondamentali questi che potrebbero indurre la detta isola culturale a riscoprire il suo antico ruolo di mediazione culturale svolto nell’ambito del Mediterraneo, specie in un momento in cui i due mondi, quello occidentale e quello orientale, stretti ormai da crisi economiche, sociali ed istituzionali, trovando difficoltà ad aprirsi a nuove istanze e soluzioni consone all’evoluzione dei tempi, sembrano precipitare purtroppo in una crisi epocale di riflusso che spinge verso l’intolleranza ed il neo-medioevo.

Calimera, dicembre 1993
Pantaleo Palma
funzionario Archivio di Stato di Lecce