Medici e avvocatiSe l'economia commerciale svolta nel paese è quasi completamente in mano forestiera, d'altro canto la società di Melpignano impegna le proprie energie e le proprie cure nell'amministrazione del patrimonio fondiario, la cui buona produttività assicura margini abbastanza soddisfacenti di rendita. Il patrimonio immobiliare costituisce la base indispensabile su cui costruire maggiori fortune e sempre notevole è l'impegno profuso dalla ricca borghesia di Melpignano nel contribuire al progresso dei propri figli negli studi, impegno sovente sostenuto non soltanto dallo sforzo profuso dai rispettivi genitori ma anche dai propri fratelli, consapevoli ognuno del proprio ruolo nell'ambito familiare. Il progresso e lo sviluppo delle capacità di uno infatti, moltiplicando le capacità di realizzazione di tutti, senza alcun dubbio ritorna a lustro dell'intera famiglia non soltanto nell'ambito locale ma nell'ambito provinciale e del Regno. <<Ne’ tempi passati fioriva per molti dottori di legge, e medicina>> ricorda di Melpignano il padre Luigi Tasselli. La sua popolazione però scende repentinamente dalle 1412 <<anime>> contate nel 1676, con un lieve incremento nel 1678 quando conteranno 1459, alle 1303 di appena un decennio più tardi, nel 1688, per risalire a 1328 nel 1712 e 1337 nel 1717. Intorno alla metà del 1700 tra la sua popolazione conta la presenza di <<30 sacerdoti, 20 chierici, 25 famigli nobili, 9 dottori in legge, tre medici, un chirurgo, 7 notari, dei quali uno apostolico, uno speziale, 12 sarti, 8 carzolari, 2 fornari, 6 falegnami, 3 barbieri, una levatrice, 20 mulini, e la rendita del territorio in docati 2550>>. Degli esponenti della illustre famiglia Maiorano, Nicola Maiorano dei Maiorani, dotto grecista e latinista, eletto bibliotecario del Vaticano dal pontefice Gregorio XIII, poi vescovo di Molfetta; Maiorano dei Maiorani, nipote e successore del precedente nel vescovato di Molfetta, dotto teologo e linguista ... abbiamo già tratteggiato qualche aspetto in precedenza. Della distinta famiglia dei Monosi, ricordiamo: padre Raffaele Monosi, maestro provinciale dell'ordine Agostiniano, principale protagonista nella riedificazione dell'attuale Convento, Antonio Monosi, dotto in diritto canonico e civile, e l'avvocato Giuseppe Monosi. Alle suddette illustri personalità si aggiungono: frate Girolamo da Melpignano, monaco Riformato, vescovo di Nusco; Giambattista Bacco, dottore in sacra teologia e canonico nella cattedrale di Lecce; Pier Saverio de Blasio, distinto e famoso filosofo e medico; Andrea Dimitri, poeta e letterato; il medico Aureliano Dimitri; Costantino Dimidri, medico all'ospedale degli Incurabili di Napoli e professore di anatomia all'Universita di Napoli; il medico Vincenzo Pellegrino; il chirurgo Donato Pellegrino e Vincenzo Veris, buon chimico. Ai più fortunati della società melpignanese, come richiede l'esigenza del tempo, dato che soltanto le scuole ecclesiastiche assicurano il progresso degli studi, si effettuano donazioni per la costituzione del loro patrimonio sacro, necessario ad assicurare all'esponente familiare designato lo stato di ecclesiastico. Così per esempio il padre clerico coniugato avvocato Giuseppe Villani assegna al proprio figlio Gaetano diversi beni <<per li buoni costumi, e qualità di quello et acciò possa attendere allo studio, e farsi clerico, e successivamente ascendere all'ordini sacri, et al sacro Presbiterato e per molte altre raggioni, e cause la sua mente moventino et inducentino, senza che havessero bisogno di prova alcuna>>, sempre con la condizione espressa di non farsi frate pena la perdita della stessa donazione. È chiara la consapevolezza della difesa del patrimonio familiare connesso allo stato di ecclesiastico, che, grazie alle larghe esenzioni fiscali godute, avrebbe finito per assicurare a tutti i familiari larghi privilegi, una buona tranquillità economica e una forte considerazione sociale. Per quest'ultimo aspetto in merito all'impegno profuso dalle famiglie per il raggiungimento della meta prefissa, illuminante è la testimonianza dell'avvocato Gaetano Villani, che, riconoscente verso i propri fratelli Diego e Francesco per gli sforzi comuni profusi, rinuncia alla propria quota parte della consistente eredità paterna. Il raggiungimento dei fini comuni prefissi, richiede grande spirito di sacrificio e ferma volontà. È naturale che lungo il non facile corso di studi, qualche momento di stanchezza o possibili distrazioni possano mettere in crisi il giovane e la rispettiva famiglia. Ai meno fortunati, se sono dotati di fede religiosa, o le convenzioni sociali richiedono il loro personale sacrificio, oppure non vogliono impegnarsi nella lotta quotidiana dell'esistenza resa improbabile dalle frequentissime crisi economiche dell'antico regime, non resta che chiudersi in convento. In tal modo le fanciulle delle famiglie agiate di Melpignano non destinate al matrimonio sono costrette a rinchiudersi, quasi sempre, nel monastero di s. Nicola, delle clarisse di Soleto. Queste, alla fine del proprio noviziato, propense a <<lasciare questa vita attiva piena di tante miserie, e calamità, e pigliare la contemplativa per più facilmente conseguirsi il perdono de’ suoi peccati>> al momento di far solenne professione di fede, non dimenticano di cedere, rinunciare e donare i propri beni in favore del proprio padre. Questi curerà di far fare al proprio, o propria, discendente designato un matrimonio quanto più ottimo possibile, soprattutto dal punto di vista economico, la cui consistenza è posta a garanzia per il benessere comune e per le generazioni future. È per queste esigenze per esempio che suor Teresa e suor Maria Veris si sacrificano in favore dell'altra loro sorella Francesca. Quest'ultima, sarà data in matrimonio dal padre, il dottore fisico Orazio Veris, al notaio Casimiro Errico di Galatone. Ai giovani, sempre sprovvisti di mezzi adeguati a condurre innanzi la propria esistenza, non resterà che entrare nel locale convento degli Agostiniani, o nel convento di s. Maria del riposo di Sogliano, oppure scegliere uno dei tanti altri dei vicini conventi esistenti. Oltre gli avvocati, l'altra categoria professionale che acquista un ruolo rilevante nell'ambito della realtà sociale di Melpignano è quella dei medici, o <<dottori fisici>>, e degli <<speziali di medicina>>, o <<pubblici aromatari>>. I primi diagnosticano la malattia e seguono il paziente nel decorso della stessa, i secondi forniscono i necessari medicamenti per la cura delle stesse, secondo i tradizionali metodi sanitari ispirati rispettivamente alla scuola galenica o ippocratica. Per l'antico regime bisogna precisare che la frequenza di infezioni e malattie è talmente rilevante tanto da essere vissute da ogni individuo in modo naturale e fisiologico, rientrando nel normale divenire della società del tempo. Ma per Melpignano bisogna aggiungere la non fortunata condizione di essere poco distante dai laghi Alimini. In questi lo sviluppo della zanzara anofele è causa nei mesi estivi della malaria, con terribili conseguenze sulla popolazione. Per la cura delle diverse malattie ed infezioni e per garantire la propria sopravvivenza, si impegnano tutti i mezzi finanziari possibili. Così per esempio i fratelli Villani, il reverendo Nicola, il dottor Giuseppe e Maddalena, sono costretti a vendere per il prezzo di 538 ducati le loro due chiusure, ‘Mortari’ e ‘Lo rito’, all' arcidiacono Francesco Veris per esimersi di un annuo canone, censo, e servitù di annui ducati 27, che alla ragione del 9% vanno dovendo al magnifico Donat'Antonio Veris per lo capital prezzo di docati 300 come da pubblico censuale contratto ... e di altri docati 76, e grana 5 di terze decorse e non pagate sin dal dì della imposizione del capitale predetto fino al presente giorno, come ancora di altri docati 25 dovuti similmente da essi fratelli e sorella al suddetto Donato Antonio Veris speziale di medicina e sono li medesimi in sodisfazione di tutti li medicamenti della sua speziaria prestati alla casa di essi signori de Villani per tutto il tempo passato fino al presente giorno, che in unum fanno la summa di docati 401, e grana 5 tra detti capitali, terze, e medicamenti. Assicurano la loro attività in favore della popolazione di Melpignano tra il '700 ed i primi dell'800, il <<dottore fisico>> Nicola Onorato, talvolta anche medico <<ordinario dell'Università>>, cioè medico condotto comunale a disposizione della popolazione povera; il medico chirurgo Leonardo Antonio de Matteis; il <<dottore fisico>> Quintino Bacco. La notevole disponibilità economica dei suddetti medici e speziali, permette loro la costituzione di consistenti patrimoni immobiliari, che sul piano sociale, si può immaginare, valgono profonda considerazione e determinano spesso una sorta di possibile alternativa nella scelta da parte degli aspiranti studenti, a parte quella di religioso, tra la professione legale e quella medica. Mentre il padre Giuseppe Onorato esercita l'arte del notariato, il figlio Nicola diventa <<dottore fisico>>, cioè medico. Interessante in questo contesto sociale è l'atto di cessione della <<speziaria>> effettuata da Camilla Veris, vedova dello speziale Leonard'Antonio Valentini, in favore di Donat'Antonio Indrizzi, <<speziale di medicina della terra di Corigliano>>. La suddetta donna Camilla, rimasta prematuramente vedova del proprio marito, <<madre, tutrice et pro tempore curatrice di don Giorgio, donna Francesca Valentini suoi figli impuberi, e di donna Maria Antonia altra sua figlia infante>>, seriamente preoccupata dell'avvenire della propria famiglia ed in particolare del proprio figlio concorda con il suddetto Indrizzi la cessione della sua speziaria in ordine, consistente in una bottega sottana con altro botteghino a lamia, con uscita addietro, sita vicina la pubblica piazza ... dirimpetto alle case de’ signori Onorato, ... una con varie sorti di medicamenti, riposti ne’ vasi e barrattoli di creta e vetro, quali cose non intendono detta signora vedova di esitare, ma più tosto riserbarle, per potersi, a’ suo tempo, di quelle servirsi, a Dio piacendo, lo suddetto di lei figlio don Giorgio Valentini, il quale dimostra tutta l'inclinazione a’ detta professione di speziale, e nell'istesso tempo considerato che li medicamenti suddetti coll'andare del tempo se n'andaranno a’ marcire, perciò è, che a richiesta fattagli del suddetto Donat'Antonio ... si sono dette parti amichevolmente convenute e devenute all'infrascritto trattato, seu albarano, videlicet: E primieramente convennero, che detto magnifico Donat'Antonio s'abbia da introitare e ricevere, sin come lo medesimo dichiara d'aversi già ricevuto ed introitato tutti i medicamenti, barrattoli, vasi di creta e vetro, mortari, lambicchi, ed altre ordegne, una con le scanzie e bancone, tutto in ordine, giusta il notamento, e descrizione fatta in presenza di persone prattiche ... e che per lo spazio di anni otto continui, cioè quattro forzosi, e l'altri quattro ad arbitrio comune, principiando da oggi, sia tenuto ed obligato ... di stare dentro la suddetta speziaria, o in sua assenza sostituire altra persona proba e prattica in detto suo mestiere, et ... di tenere sotto la sua disciplina, durante detto tempo di anni otto, il suddetto magnifico Giorgio Valentini ... al fine d'istradarlo ed ammaestrarlo in detta professione di speziale, con fare qui in Melpignano dentro la suddetta speziaria tutte le composizioni sì medicinali, come chimiche avanti la presenza di detto don Giorgio, acciocche’ con più facilità, e commodo potesse apprendere l'arte suddetta; qual tempo decorso resti nella libertà di ciascheduna delle suddette parti di continuare, o sciogliere il trattato suddetto, allo quale però durante detto tempo di anni otto, siano tenute le suddette parti, sincome ad invicem promettono, e s'obligano di stare, ed osservare, nè mai controvenire per qualsivoglia ragione e causa. L'affitto annuo stabilito per l'uso di detta spezieria viene fissato in ducati 12, con l'obbligo di restituire <<li suddetti barrattoli e vasi, ordegne e medicamenti nell'istesso numero, qualità e peso che l'ha ricevuti, come sopra, e che detti medicamenti fussero di buona qualità e ricettibili>>, come anche di pagare la relativa tassa al Protomedicato del Regno <<per la visita di detta speziaria>> ed infine di somministrare gratis alla suddetta donna Camilla <<tutti li medicamenti che potranno servire ed occorrere tanto per uso della medesima, quanto per l'altra gente di casa>>. Ma proviamo ad entrare nella bella spezieria del defunto Leonard'Antonio Valentini, <<speziale di medicina>>, ricca di arredi ed utensili vari, dotata di una buona libreria e dei medicamenti usati, per eseguire insieme alle <<persone prattiche>>, don Giuseppe Veris e don Giovanni Pellegrino protognosta della locale chiesa parrocchiale, l'<<Inventario, seu notamento di tutte le robbe esistenti nella Speziaria>>: In primis vasi
grandi di creta numero nove. Garrafine, o siano vasetti di vetro riposti dentro i nicchi della Speziaria numero cento diece, delle quali vi sono numero tre rotte. Garrafoni di vetro lunghi numero dodici, ed altri numero dodici garrafoni a pero, anche di vetro. Due garrafe e tre orinali di vetro. Item due mortari con li loro pistelli di bronzo, cioè uno grande col piede di legno, di peso rotola sedici col pestello, ed un mezano di peso rotola cinque col pestello. Item un altro mortaio di marmo,
grande, col suo pestello di legno. Siegue l'inventario de’ Medicamenti semplici e composti: Legno aspalatro tre quarte di oncia.
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