La piazza
La piazza centrale del paese, oltre a fungere come luogo
di incontro e di svago, è votata con i suoi celebri chiostri alla
fondamentale funzione di mediazione commerciale per la vendita di tessuti,
seta, cotone, canapa e lana, importati dagli abili mercanti forestieri
e venduti nelle diverse botteghe e magazzini che si affacciano sulla stessa,
ed anche luogo principalmente deputato alla esposizione delle merci nell'importante
mercato del sabato.
Sulla piazza, i locali del Sedile accolgono le
strutture dell'amministrazione comunale di Melpignano. In esso si raduna
ogni anno il parlamento cittadino per l'elezione del sindaco,
del primo e secondo eletto. Questi organi amministrativi,
insieme al reggimento si radunano periodicamente per discutere
dei principali problemi del paese onde adottare gli opportuni provvedimenti.
Ancora è in prossimità dello stesso che vengono aperte le
aste pubbliche per la vendita all'incanto dei dazi comunali, dei beni
di debitori verso l'amministrazione comunale e ad istanza della Corte
baronale, specie nella prima parte del '700 quando le ripetute crisi economiche
riusciranno a piegare anche patrimoni abbastanza solidi, dei beni di persone
non più in grado di soddisfare i propri impegni finanziari. Queste
e tante altre situazioni che possiamo tentare di immaginare ci portano
a scoprire un microcosmo particolarmente vivace eccezionalmente aperto
alle nuove istanze rappresentate dai commercianti forestieri, i quali
qui traggono agiatezza e ricchezza, e trovano nel paese cortesia e squisita
ospitalità.
Intanto
a rendere estremamente funzionale la stessa piazza rendendola particolarmente
prediletta alle contrattazioni non solo commerciali, si realizzano, fin
dalla fine del 500, una serie di portici su parte della piazza per iniziativa
del vescovo Nicola Maiorano, come attesta l'epigrafe posta a ricordo nel
1694 in occasione della loro ricostruzione. I portici sono di grande comodità
ai mercanti ambulanti i quali possono sistemare le merci al coperto nei
giorni piovosi ed evitare il sole rovente dell'estate. All'interno dei
portici si aprono diversi negozi, appartenenti a privati che li gestiscono
in proprio, ma per lo più si preferisce darli in affitto ai commercianti
forestieri ritraendone un utile non indifferente. Nel 1763, <<per
maggior commodo del Publico ... della vererabile Congregazione, seu
Oratorio sotto il titolo della beatissima vergine Maria in cielo Assunta
... e particolarmente del mercato, che ab immemorabili si raduna
in questa publica Piazza di Melpignano in ogni giorno di sabato>>,
i confratelli della detta Congregazione decidono di costruire ancora dei
portici uguali a quelli già esistenti, sull'altro lato della piazza
situato a sud, fino ad allora inesistenti. Il reverendo Donato Fabrizio
e Francesco Giolivet, rispettivamente zio e nipote, e Leonard'Antonio
Valentini <<depositario>>, cioè cassiere, su mandato
del <<prefetto>> Giovanni Dimitri, tutti amministratori della
suddetta Congregazione, commissionano la realizzazione dell'opera per
il prezzo di ducati 50 ai <<maestri fabricatori>> di Martano,
Domenico e Pietro Angelo Scordari, padre e figlio, e Gennaro Sisinni.
Questi
Mastri muratori promettono, e s'obbligano
... dalli fondamenti edificare, e costruire un Sedile verso scirocco attaccato
colle case dotali di Giovan Camillo Stefanelli, e la chiesa di detta venerabile
Congregazione e costruire detto Sedile in quattro arcate bastonate, in
conformità delli sedili vecchi con un gradino bastonato, e se richiedesse
più s'obligano detti mastri di fare, il primo gradino liscio con
canchiato con canchie dolate di sotto, e sopra con li sedili, con fare
i pilastri si richiedono in dette arcate a’ fabrico netto alla parte di
fuori colla base bastonata, e colla mesola pure bastonata sopra ciascheduno
pilastro dell'istesso intaglio, e lavoro in conformità delli due
sedili vecchi, escludendo il primo cornice bastonato sopra di detti pilastri,
come pure il cordone palazziato, e la prima ligna sopra la mesola di detti
archi pure palazziata, e la lamia di detto sedile costruendo nuovo farla
a’ spicoli smusati in conformità dell'altri vecchi, e della parte
di dentro fare per diece ligne di altezza con goccetti squdrati rustici
verso li due muri di Levante e Scirocco, con fare pur anche due nicchi,
ad elezione di detto Signor Lionard'Antonio nel luogo, dove li piacerà
e parerà. Qual fabrico costruendo s'obligano detti mastri ridurre
il tutto a perfezione, per tutto il 21 dell'entrante mese di maggio.
Interessante è cercare di comprendere per esempio
le tante implicazioni connesse al possesso di un immobile sito sulla pubblica
piazza, per tentare una qualche ricostruzione dell'ambiente in questione.
Così nella cessione in favore di Antonio Portaluri da parte di
Sigismondo Veris, questi dichiara:
come gli anni passati e proprio sotto le
15 del mese di luglio 1715 comprò dal rev. Nicol'Antonio Audilia,
arciprete di Melpignano due botteghe simul congionte lamiate, con le porte
in ordine, incorporate colle case di notare Giuseppe Onorato, site in
mezzo la pubblica piazza di Melpignano, confinanti con il Sedile Universale,
e con la bottega dell'heredi di Domenic'Antonio Mastrogiovanni, ... per
il prezzo di ducati 40 ... il detto Sigismondo per alcuni suoi fini, e
non rendendoli comodo le dette botteghe ut supra comprate, ha risoluto
di cedere ... al predetto Antonio Portaluri per il prezzo di ducati 40
et in qual modo e maniera detto Sigsmondo hebbe in compra dal detto Nicol'Antonio
Audilia.
Confinano con le suddette botteghe, ancora <<due
botteghe simul congionte lamiate, site in mezzo la piazza di Melpignano,
vicino la bottega di don Sigismondo Veris e la bottega di Orontio Fabritio>>
comprate dal reverendo Giovanni Maria Zullino, per lo prezzo di ducati
51, da Marcello de Giorgio di Matino.
Vicino la bottega dei sacerdoti don Donato e don Vit'Antonio
Fabrizio, fratelli e quindi figli del suddetto Oronzo, si apre la <<spezieria>>
di Donat'Antonio Veris, <<speziale di medicina>>.
Giuseppe Grimaldi di Bari, commerciante di tessuti, <<commorante
da più anni in questa terra di Melpignano>> abita nella casa
sita <<nella pubblica Piazza, e chiesa matrice della medesima, volgarmente
dette le case della Curia>>, sulle stesse gode dei diritti la Mensa
arcivescovile di Otranto. Una casa la compra il sac. Oronzo Onorato, situata
vicino la <<taverna e Sedile universali>>.
Alla vedova Maria Villano ed al figlio Ippazio Paladino,
quest'ultimo liberato appena dalle carceri dove era stato chiuso per l'impossibilità
di pagare i debiti, sotto la sorveglianza di Nicola Caggiula, luogotente
di Melpignano, si permette loro di vendere, onde ottenere al figlio la
libertà, <<una bottega lamiata, e camerella superiore con
scala di pietra corrispondente a detta bottega, e posta alla via pubblica,
e con gisterna dentro detta bottega, sita ... nella pubblica piazza>>.

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